venerdì 20 febbraio 2009

Cozza

Mi chiamo Mario Cozza. Sono uno dei venditori.
Nato il 25 agosto del 64 a Milano (clinica Mangiagalli, si quella di Freda).
Vergine.
Mia madre perse la sua verginità non zodiacale quel dì del '63.
Nella stanza del capoufficio, quel giovane ambizioso che poi era mia padre. Giovanni Cozza.
Non era mai a casa e se c'era le diceva terrona e ignorante.
Beh, sì lei aveva quell'accento di Grottaglie, ma io non capivo.
Anche a Giuseppa (nome della nonna paterna morta ammazzata da un antifascista), mia sorella, non piaceva quando papà era a casa.
Lui mi picchiava. Lui picchiava tutti. Una volta era cosi agitato che si è tolta la cinta e i pantaloni si sono abbassati e tra le mutande slargate vedevo il suo pene. Mentre mi dava con la cinta ed avevo male mi veniva da ridere. L'ultima volta che mi ha picchiato avevo 17 anni.
Nel paesotto Varesino dove vivevamo si diceva che mi piacevano gli uomini. Lui mi ha aspettato nel bagno a mezzanotte.
Mi ha chiesto "È vero?"
Ed io "no, non so..." ma non ho potuto dire altro se non "Dai! Più forte tanto non mi fai male!"
Pero mi sentivo strano e dopo ho vomitato.
Nel '90 sono andato via di casa per studiare alla Bocconi. Papà mi ha detto subito che non mi dava una lira se non facevo gli esami. E così dopo un anno (però mi sono divertito) mi ha mandato dalla Bulls per uno stage.
Ho incominciato a fare carriera. Papà conosceva tanta gente con la Pirelli. Sono stato alla Renault, Sigma, Pagine Gialle.
Mi piace vendere.
Auto, elettrostimolatori, annunci, tutti sogni che mi fanno comprare cose belle. Ah sì, mi piaccono le cose belle. Soprattutto le scarpe scamosciate, quelle che costano almeno 500 euro. Ci sto delle ore a pulirle, accarezzarle.
Peccato che non vedo più papà da quando è andato via di casa. Gli piacerebbero queste scarpe. Ed anche Lucia, mia moglie. È di buona famiglia, hanno una grossa segheria qui in paese. Hanno anche vinto l'appalto per i giardini pubblici di Monza.
Peccato che non ci vado molto d'accordo ma c'è Giovanni (sì gli abbiamo dato il nome del nonno) eppoi non la vedo mai.
Ho un pied à terre a Milano da quando lavoro per la Orsacchiotto.

2 commenti:

Monti ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Monti ha detto...

Caro Cozza, una vita particolare la tua. Un po' tra la serietà e la follia pura. Buon per te che almeno sei riuscito a diventare un venditore. Ma attento! Qualcuno potrebbe pestarti i piedi rovinando le tue bellissime scarpe di camoscio.
Un complimento però te lo meriti: te la vivi proprio fino in fondo questa parte di Cozza. Infatti non sembri recitare: sei Cozza! Grande!