domenica 18 gennaio 2009

MONTI E LE IDEE

Perchè ho deciso di diventare Monti? Per potere lavorare con dei Venditori come questi!
Essere un'altra persona, come dice Gloria, scoprire la propria umanità, come dice Chiara, sono cose importanti. Ma sono le idee quelle che contano da noi. Il concetto, la soluzione efficace, la realizzazione di un sogno.

domenica 11 gennaio 2009

Chi ce lo fa fare

A volte uno si chiede, chi ce lo fa fare. Stare lì un anno a lavorare su un pezzo che va in scena due volte, grasso che cola tre. Perché tutto questo pubblico per il teatro in italiano ad Amsterdam, non è che ce ne sia.

Anche perché ci vuole un certo tipo di pubblico per i nostri pezzi. Innanzitutto perché scegliamo sempre testi scomodi. Divertenti, tutti, per carità, c'è anche gente che viene per farsi due risate e non li deludiamo mai, da sei anni a questa parte. Ma se hai certi oblò aperti in testa, come spettatore non puoi fare a meno di accorgerti dei sassolini nella scarpa di cui sono disseminati tutti i nostri pezzi.

Non è che lo facciamo apposta, perché le cose si creano e saltano fuori durante tutti i mesi di prove, discussioni, messa in scena, produzione. Certe volte sei lì, a fare il tuo lavoro, o la spesa o una cosa che non c'entra niente e tac - vedi qualcosa, qualcuno, un tic, un'espressione, un modo di fare e ti dici: eureka. Ce l'ho.

E certe volte, che ormai tra di noi ci conosciamo tanto, ma tanto bene, che gli altri vedono di te quello che tu ancora non ci arrivi, e si tratta pur della tua vita, ci sorprendiamo da soli.

Come alla prova di venerdi scorso. con il veterinario e il fotografo assenti giustificati e i due giovani geni video e scenografia a seguirci con il blocco degli appunti e il copione in mano, che adesso basta leggicchiare così per farci un'idea, è gennaio e si comincia a fare sul serio.

E così Gloria e Monti, nella famigerata scena X. Quella in cui ti rendi conto che questo testo non parla di quello che pensavi tu alle prime scene, parla di altro. Comuncia ad uscire dai binari ordinati della logica della vita quotidiana. Una scena buttata lì così per la prima volta con qualche gesto, un tentativo di memoria, un fascio di fogli del copione in mano.

E che ci ha inchiodati alla sedia. Io li conosco Roberto e Silvia, li conosco come tali, come Pinocchia e Geppetto, come la babysitter e l'uomo, come amici, come professionisti, come miei figli, miei fratelli di sangue miei genitori putativi. Ma così, così non li conoscevo ancora.

Stavamo tutti lì, noi quattro spettatori, inchiodati alle sedie, a ridacchiare imbarazzati. Come quando a una festa di compleanno dei bambini in casa, apri per sbaglio una porta e vedi lì due tuoi amici accoppiati altrove, assolutamente insospettabili, che lì, nello stanzino stanno scopando e manco si accorgono che per sbaglio hai aperto la porta. che dici pardon a mezza bocca richiudi in fretta, ma in quel momento ti si è rivoltata una visione del mondo e delle persone che pensavi di conoscere, e torni di là rimettendoti in faccia una faccia come prima e dici: bambini, la torta.

Ecco, per quei momenti lì. In cui esci da te stesso e persino chi ti conosce benissimo, non ti conosce più. come quella volta che con Dimitri abbiamo fatto una serata di musica e poesia a Ofena, in piazza sui gradini, con un faretto da muratore puntato addosso, e alla fine è arrivata gente che mi conosce da 4 generazioni per dirmi: lì sopra, io non ti avevo neanche riconosciuta.

Il miglior motivo per farlo, se date retta a me.

venerdì 9 gennaio 2009

Chiara?

Mi chiedevo ieri, con uno che mi ha dato un passaggio, uno sfigato contaballe pure lui:
ma noi, chi siamo? chi sono io? Voi non lo sapete proprio, chi sono io.

Che io lo so benissimo cosa pense la gente quando mi vede. Ma sbagliano, oh si, si sbagliano di grosso. Io dentro sono diversa da quello che credono. E un giorno gliela farò vedere.

Che poi, belli loro, con le loro camicie stirate, le cravatte di seta. Buffoni. fingono, fingono tutti. Raccontano palle sempre, compulsivamente. Mentitori compulsivi. Supercalifragilististronzi.

Uno fa il simpatico, l'altro canta nell'operetta. E se la fanno con la segretaria. E danno i passaggi alle ragazze, che tanto pensano: ma guarda questa qui che sfigata, e poi le guardano le gambe. Potessero andare a sbattere, quando non guardano la strada. Ma mi dispiace per la tipa che sta con loro in macchina, poi magari si fa male lei.

Che siamo sempre noi quelle che si fanno male. Oh, lo so, vuoi che non lo sappia? Ci sono già stata. Tutti a dirmi cosa devo fare e cosa non posso fare. Ma chi me lo fa fare. No, non ci voglio andare. Ma l'ho promesso ai miei. Gliel'ho promesso tante volte.

Porca puttana, quello stronzo. Mi ha portato via la borsa. C'erano i soldi, tanti soldi. Quelli che mi hanno dato i miei. Beh, quelli che gli ho preso. Ma se gli chiedevo me li davano. E non c'erano solo i soldi. Cazzo, cazzzo cazzzzo.

Dov'è la borsa, dov'è. Non c'è più. Dov'è? Eccolo, rieccolo. È tornato indietro a ridarmi la borsa. Ehi, qui, fermati, sono qui. Si ferma. Ma non è lui. È la stessa macchina, ma non è lui. Vabbé, io intanto ci salgo. Poi vediamo dove va.

giovedì 8 gennaio 2009

La sfida del teatro: essere Gloria

Intanto fare teatro è uno spasso.
Avere la possibilità di diventare -anzi di essere- tante altre persone, è un privilegio unico.
Un gioco.
Da piccola il gioco che mi piaceva di più era quello dei ruoli. Con le bambole o con le figure di carta che ritagliavo e a volte disegnavo io stessa insieme alle mie due sorelle , oppure semplicemente recitando con loro storie che andavano avanti, si interrompevano come delle serie televisive e poi dopo il pranzo o la merenda riprendevano dallo stesso punto in cui le avevamo lasciate.
Così diventavamo tanti altri personaggi, uomini, donne, ragazzi e bambini di ogni età.
Oggi posso entrare e uscire giornalmente dal ruolo di Gloria.
Certo prima di tutto bisogna decidere chi è questa Gloria. Per fortuna non è nessuno dei personaggi che sono stata finora, non la tragica Medea, non la civettuola Marie Luise, né la ex-diva Pinocchia, ma neanche la cinica Gattone, la scorrettissima poetessa-Sgarbi o la intraprendente babysitter.

Gloria è la segretaria di un capo d’azienda, moglie di Brigo, che tradisce regolarmente anche con gli stessi colleghi di lui.
Eppure lo ama, come ama suo figlio.
Tutti vivono in una realtà aziendale del Nord Italia, dove l’unico scopo della vita è far soldi, fregandosene bellamente del proprio prossimo.

Un personaggio dunque lontanissimo da me, così come il contesto della storia è lontano dalla mia vita.
A maggior ragione dunque mi sento stimolata a scoprire come posso rendere vivo, pulsante e credibile questo personaggio.

Come parla Gloria? Anche questo è importante, bisogna scegliere e decidere di conseguenza.
Come si muove Gloria? Esercitarsi.
Il teatro è una droga.
Non smetteresti mai.

E’ un gioco per grandi.

Gloria

Le uova sono state covate...

E i pulcini sono nati!
Vi presento summa cum gaudio i 6 personaggi di Venditori nonché i nomi degli attori che li interpretano:

Brigo: Sebastiano Gentile
Monti: Roberto Bacchilega
Cozza: Mauro de Rosa
Gloria: Silvia Terribili
Shon: Gabriele Merolli
Chiara: Barbara Summa

Presto si presenteranno a voi su questo blog.
Intanto, in bocca al lupo e in c... alla balena!